digiKam, il massimo

Il 18 gennaio scorso è stata rilasciata la versione 5.8.0 di digiKam.
Si tratta di un software open source di gestione di raccolte fotografiche e di elaborazione digitale delle immagini, il cui primo rilascio risale al 2002.
Anche grazie ai più recenti ravvicinati rilasci (uno ogni tre/quattro mesi) sta praticamente raggiungendo la perfezione.
Purtroppo, quando ho parlato di strumenti di questa specie, nel maggio 2015 (vedere, in questo blog, l’articolo “Software libero per utilizzare file digitali” e il relativo allegato “utilizzo_file_digitali.pdf”), ho presentato due programmi per la gestione di file fotografici: il semplicissimo KPhotoAlbum, non dotato di funzioni di foto-ritocco e Fotoxx, dotato di funzioni di foto-ritocco. Quest’ultimo, a quel tempo, da me ritenuto migliore della versione 4 di digiKam allora disponibile.
Ma è proprio nel 2015 che è partito il riscatto di digiKam e, dopo il rilascio di ben sette versioni beta, il 3 luglio 2016 è stata data alla luce la versione 5.0.0, dove la perfezione ha cominciato a prendere corpo.
Tra l’altro, a differenza dei due software citati prima, che sono disponibili solo per Linux, digiKam è ora disponibile anche per Windows e Mac OS X.
Dal novembre 2016, con la versione 5.3.0, per Linux viene rilasciato anche come AppImage (cioè come pacchetto eseguibile senza essere installato).
L’ultimo manuale di digiKam, disponibile anche in italiano, è fermo alla versione 5.2: anche se con alcune parti non ancora realizzate, è molto particolareggiato e può risultare dispersivo per chi cerchi semplicemente un primo approccio con questo interessante software.
Ho pensato allora di fare cosa utile proponendo il manualetto allegato, in formato PDF, liberamente consultabile, scaricabile e distribuibile.

digikam

Software libero per la multimedialità

Nell’articolo ‘Software libero per utilizzare file digitali’ e nel relativo allegato PDF abbiamo visto come possiamo fruire dei nostri archivi digitali per dilettarci la vista o l’udito, sempre, però, prendendo i file uno per uno, magari arrivando a mettere insieme fotografie in uno slideshow arricchito di qualche effetto di transizione e, persino, per esempio nel caso di Fotoxx, con la possibilità di abbinare allo slideshow un file audio (per musica di sottofondo o commento): quest’ultimo è un esempio di multimedialità, anche se, nell’esempio citato, molto grezza in quanto, con Fotoxx, non abbiamo modo di coordinare le immagini con la musica di sottofondo o con il commento, che potrà essere solo generico e non puntuale su ciascuna immagine.
Inoltre tutto quanto, audizioni e presentazioni, era finalizzato ad un uso sul nostro computer e non era esportabile se non su un altro computer attrezzato con gli stessi software presenti sul nostro.
In questo articolo vediamo, invece, come si possano mettere insieme più cose di natura diversa (immagini, musica, parola, scritto) per costruire qualche cosa di nuovo, che resti e che possa essere riprodotto anche su strumenti diversi dal computer (televisore, tablet, smartphone, lettore di DVD): multimedialità, pertanto, nel contenuto e nelle possibilità di fruizione del contenuto.
Nell’allegato file in formato PDF, scaricabile e stampabile, presento una mia selezione di programmi di software libero con cui possiamo costruire produzioni multimediali. Vi si trovano tutte le indicazioni per capire a cosa serve ciascun programma presentato, come possiamo procurarcelo e com’è il suo funzionamento di base.
I software presentati, il cui ambiente nativo è Linux, sono spesso disponibili anche per i sistemi operativi Windows e OS X. Per questi ultimi sistemi informativi esiste ampia scelta di software commerciali a pagamento che fanno le stesse cose, anche se, a volte, non con le stesse sofisticazioni.
Per scaricare il file clicca sul suo nome qui sotto.

multimedialità